08 settembre 2013

Modello glocal








La campagna elettorale per le amministrative, che si svolgeranno il prossimo anno, è cominciata.
Fino a poco fa in sordina, oggi sfacciatamente: stands, sms, proposte e finanche strette di mano di gente che non mi salutava neanche.
Lavoro in una struttura dove passano migliaia di sanseveresi per cui è inevitabile!

Quest’anno vorrei cambiare: anziché venire i politici a dirmi cos’hanno intenzione di fare vorrei proporre io qualcosa. Naturalmente non è –e non potrebbe essere- una proposta politica, ma pratica. 
Cercherò di riassumerla molto brevemente.

Sono un allevatore di lombrichi, primi anelli della catena alimentare quindi  un buon mangime per tutti gli animali. I lombrichi mangiano la parte organica dell’immondizia e così “ammortizzano” la CO2 : il carbonio organico è trasformato in humus senza essere ossidato (CO2 appunto). Con l’humus si può anche fabbricare olio combustibile per autotrazione o riscaldamento (dal biofuel ottenuto dalle microalghe all’olio di colza). 

Anche questi oli, quando combusti, danno CO2
Sì, ma a differenza del petrolio -e gli altri combustibili fossili- questi “pagano”: sia le microalghe che le piante fabbricano -in vita- ossigeno e consumano CO2, saldando in anticipo la loro cambiale con la natura.
L’organico della monnezza mischiata con i fanghi di fogna vanno nei reattori e fabbricano biogas; il biogas usato per autotrazione verrebbe trasformato in  CO2, con altro vantaggio ambientale: attualmente le discariche emanano metano che ha un “effetto serra” 23 volte superiore alla CO2.

Così risolveremmo una serie di problemi (rifiuti urbani, inquinamento atmosferico e terrestre, fanghi di risulta) producendo energia, humus, mangimi e nuovi posti di lavoro!

Si dirà: ma questo non è un modello ma delle idee. La differenza fra un’idea e un modello? Queste idee girano da più di 20 anni. Intorno al 1990 chiedemmo un finanziamento per un allevamento di lombrichi. Stavamo per averlo quando tutto fu bloccato: quella legge finanziaria non aveva più fondi perché erano andati tutti ad … un’industria automobilistica di Melfi. Non potevano distrarre fondi da un’impresa che dava migliaia di posti di lavoro. Non lo dico per polemizzare, è giusto così. Ma adesso …?

Questa è una proposta in punta di piedi, senza clamore e squilli di tromba, ai partiti e a tutti i sanseveresiper poi appoggiare, apertamente, senza riserva alcuna, il/i partito/i, politico/i che risponderanno al mio (nostro) appello. Invito chi la condivide a mostrarsi, esprimersi, battere un colpo.

P.S.: la figura mostra caviale di limacce, altro animaletto che mangia l'organico dei rifiuti. Costa 2000-2500 € al Kg, importato dal Sud-America. Dai diamanti non cresce niente ma dai rifiuti ...

15 giugno 2007

Fine di una strategia "No Party"


Riceviamo e volentieri pubblichiamo


Rieccomi: sono quel candidato di Civitanova che prima delle elezioni vi aveva consigliato quella tattica “simil PSI”, cioè allearsi -al ballottaggio- con chi accettava il vostro programma. Purtroppo non c’è stato ballottaggio quindi la nostra tattica è fallita sul nascere. Una sconfitta può essere l’occasione, lo stimolo, per tirare fuori idee nuove. Ma ad una condizione: che la si interpreti nel giusto verso. Come promesso cercherò di riassumere cosa ho imparato da questa esperienza. Premetto solo un piccolo dettaglio “tecnico”: la mia lista ha preso 664 voti e non abbiamo avuto nessun seggio mentre Rifondazione Comunista e Democrazia Cristiana, con –rispettivamente- 615 e 644 voti hanno avuto un seggio ciascuno, militando una nella maggioranza e una nell’opposizione.
(http://www.rete.comune.civitanova.mc.it/elezioni/comunali2007/liste.asp )
Questo è il primo rischio che si corre a presentarsi da soli.
Per analizzare il voto voglio partire dal quel sondaggio di Repubblica che mostrava che un italiano su dieci ha fiducia nei partiti e nove su dieci no ( http://www.repubblica.it/speciale/2006/sondaggi_governo/fiducia_istituzioni.html ).
Noi ci siamo presentati come paladini di un nuovo corso.
Il nostro messaggio era: se ritieni che i politici di professione vanno “là” solo per “fare i fatti loro”, non li votare, cambia, vota noi.
Abbiamo cercato di aggregare tutti i vari gruppi che in precedenza avevano espresso riserve sull’operato dell’amministrazione e dei partiti e di far arrivare il messaggio alla maggior parte dei cittadini critici verso i partiti.
A questo punto, fuori dai denti, vorrei tentare di descrivere il cittadino in questione. Chi dice di non credere nei partiti è più o meno una persona delusa da come vanno le cose. Questa non è una novità perché per quanto possa ricordare da sempre, ovunque, io ho sentito due discorsi predominanti: non si può più vivere perché i politici pensano solo ai propri interessi e perché la vita costa cara.
I giovani che si stanno formando sull’euro sentiranno ripetersi sempre che il caro-vita è colpa dell’euro, ma vi dico io che non è vero: ricordo una scena della mia infanzia, dei primi anni sessanta: mio padre che torna dal fare la spesa e si lamenta che “oggi mille lire non bastano più” (però, almeno, all’epoca stavano con un’inflazione a due cifre!).
Infatti un’altra caratteristica della gente che si lamenta dei partiti è quella di avere la memoria corta: non ricorda che è una vita che si lamenta sempre delle stesse cose. E non ricordando questo quanto va a votare non può fare altro che votare per il partito per cui ha sempre votato.
E qui siamo all’altro particolare importante: le statistiche dicono che l’Italia ha un solido zoccolo duro, chiamiamoli “quelli del partito preso”, che comunque vadano le cose vota sempre per la stessa fazione. Al massimo si può spostare di partito pur restando sempre di destra o di sinistra. Questo è il 90% degli italiani. In questa maggioranza (che potremmo chiamare più tifosi che elettori) probabilmente i due blocchi si equivalgono.
Eppure dall’avvento della seconda repubblica (intendendo per “seconda” non quella derivante da un cambio di sistema –conseguente a Tangentopoli- ma semplicemente l’avvento del nuovo sistema elettorale) i governi si sono sempre alternati, cioè ha vinto sempre l’opposizione, vale a dire gli italiani non sono mai stati contenti di chi avevano votato in precedenza. Quindi l’esito delle elezioni lo decide quel dieci per cento di elettori veri, però sembra che anche questi hanno la caratteristica che non gli sta bene mai niente.

Morale: le persone che non credono nei partiti non sono disposti a dare il loro voto a chi vorrebbe offrire una alternativa: chi è abituato solo a lamentarsi e non a ragionare per problemi non può -improvvisamente- cambiare.
Per ultimo voglio solo dire una parola anche sulla collaborazione che abbiamo avuto con associazioni locali che teoricamente condividevano quest’impostazione riguardo ai partiti. Anche questo vorrei affermarlo fuori dai denti: la vocazione a far parte di un gruppuscolo nasce dal carattere delle persone, non da ragionamenti o esigenze culturali. In altri termini: spesso chi va a far parte di particolari gruppi è molto portato alla protesta (su qualsiasi problema: ecologia, handicappati, anziani, insetti, spazzatura o quant’altro…) ma poco alle proposte costruttive. E poi i gruppuscoli hanno un complesso di superiorità: credono di poter muovere le masse più dei partiti e quindi che il loro apporto è strategico. E, spesso, sono insofferenti alle critiche.

Tutto questo per dire che io ci voglio lavorare ancora su questo progetto, ma solo se un po’ tutti facciamo un passo indietro, un bagno di umiltà: si trova un minimo comun denominatore su cui essere uniti e costruire una alternativa ai partiti, si impara a fare proposte che si misurano con la realtà e, di conseguenza, si fa un programma comune.










26 maggio 2007

Programma "No Party"


Ripreso dai commenti:


Perchè non facciamo un programma "No Party"? Propongo tre punti:

reciprocità: politici e cittadini hanno stessi diritti e doveri (detto meglio: i politici non possono avere più diritti e meno doveri, come pure non possono avere remunerazioni sproporzionate alla media dei cittadini)

tasse: ogni spesa, di qualsiasi genere, è detraibile dalle tasse. Pure perchè, Montezemolo docet, ognuno incolpa gli altri che non pagano le tasse.

leggi: non si può cambiare una legge se prima non si dimostra che è inadeguata o irrealizzabile. Questa proposta la farei perchè in Italia probabilmente abbiamo pure buone leggi, ma non facciamo molto per applicarle, rispettarle, farle diventare parte integrante del nostro modo di comportarci. Prima di applicarle le cambiamo!

23 maggio 2007

Proposta per una strategia "No Party"

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Da anni vivo e lavoro a Civitanova.

Mi sono integrato abbastanza tanto che alle recenti elezioni mi sono candidato con una lista civica.
E' vero che presentarsi contro i partiti non serve a niente perchè quattro gatti non possono rompere il monopolio.
Ma noi abbiamo seguito un altro ragionamento: a Civitanova la destra e la sinistra si equivalgono.
Noi non ci siamo alleati con nessuno prima del ballottaggio.
Poi appoggeremo chi accetterà il nostro programma.

Se vi piace la proposta teniamoci in contatto....

17 marzo 2007

Fuori San Severo, ma ancora sanseveresi dentro?

Dopo la laurea ho fatto carte false per non tornare a San Severo.
Bologna era bella e si stava bene: bei posti, bella gente e come qualità di vita nessun paragone. Non ci sono riuscito.
Sarà il solito giochetto della volpe e l’uva, ma venti anni dopo non sono affatto pentito.

Anzi, mi sembra che più conosco San Severo, la sua storia, i suoi dintorni e più mi piace.
Penso di poter dire di essere in una zona fra le più belle del mondo.
Se riuscissimo a sistemare alcuni “piccoli” particolari probabilmente anche la nostra qualità di vita non avrebbe niente da invidiare né a Bologna, né a tutte le altre più celebrate città. E dicendo che la nostra terra è bellissima non intendo dire che le altre sono meno belle.
Le altre sono belle, bellissime come la mia. Cioè per me San Severo è più bella di Bologna proprio come per un bolognese è più bella Bologna di San Severo, perché ha tanto valore sentimentale aggiunto che le altre città non possono avere.

Tanti amici e parenti si sono fatti una vita fuori. E stanno bene.

Alcuni tornano, a volte o spesso, e quanto vengono se ne tornano carichi di pane, vino, olio, mozzarelle e, magari, anche pizza.
So di qualcuno che fa anche un po’ di commercio perché chiunque assaggia i nostri prodotti, specialmente l’olio, poi li ri-chiede.

So di sanseveresi che pur parlando male di San Severo invitano gli amici a visitare le nostre zone e mostrano con orgoglio tutta la bellezza del Gargano o in mistica contemplazione vanno in suffragio a S. Giovanni Rotondo.

Conosco anche sanseveresi che si sono fatti strada e oggi sono dei pezzi grossi. Sarei onorato se i sanseveresi fuori San Severo rispondessero a queste mie semplici domande:
Voi che avete una visione dall’esterno di San Severo ritenete che negli anni stia migliorando o peggiorando?

Come trovate San Severo come città? E come persone?
Che ne pensate dei nostri piatti tipici, dei prodotti tipici e delle nostre tradizioni culinarie? Ritenete che valga la pena, un giorno, tornare a vivere al vostro paese?
Pensate che la zona del comprensorio, dal Gargano al sub-Appennino, sia turisticamente attraente?
Pensate che se San Severo non è riuscita ad imporsi –come prodotti tipici e come meta turistica- sia per carenza di risorse o mancanza di politiche e strategie amministrative?

24 febbraio 2007

Riceviamo e volentieri pubblichiamo


COMUNICATO STAMPA


In data 23 febbraio si è riunita l’Assemblea degli iscritti al movimento AltraCittà di San Severo e, all’unanimità, ha eletto come Coordinatore l’Ing. Alberto Del Grosso.

E’ stato, contestualmente, eletto il Coordinamento che risulta composto dai seguenti componenti:
Armando Sanguedolce
Carmen Carafa
Chiara Sernia
Giuseppe Lemma
Michele Di Scioscio
Vincenzo Manduca

Il Coordinamento sarà affiancato da Gruppi Tematici con il compito di elaborare proposte su temi specifici.

L’organizzazione e le finalità del movimento AltraCittà sono contenuti nella Carta di Adesione (in allegato) che ogni iscritto si impegna a sottoscrivere, quindi a condividerne i principi.

L’Assemblea dà mandato al Coordinatore di avviare contatti con gli altri Movimenti, Associazioni e Centri Culturali della città non collegati in alcun modo ai partiti politici.

Il fine è quello di creare un’area comune dove i cittadini, delusi dal sistema dei partiti, possano impegnarsi e dare il proprio contributo concreto per la rinascita politica, culturale e sociale della città.

Ogni informazione aggiuntiva su AltraCittà e sulle modalità di adesione possono essere richieste inviando una email, scrivendo nome, cognome e recapito telefonico, al seguente indirizzo di posta elettronica: altracittasansevero@hotmail.it.; oppure inviando un fax al numero: 0882.243105.

02 febbraio 2007

Il cuore del problema


Riceviamo e voletieri pubblichiamo (mentre continueremo a non pubblicare i tanti commenti che non dicono niente di nuovo):



“…è successo più volte che chi si è presentato come alternativa ai poteri esistenti e ai partiti, poi ha fatto come tutti gli altri. Vedi la Lega e simili. Quindi la gente ha capito che presentarsi con un’idea nuova serve solo per cambiare un po’ le persone ma non certo per cambiare le regole e il sistema. Allora il consiglio che vi posso dare è uno solo: se volete proporvi come alternativa ai partiti dovete attaccare frontalmente, andare al cuore del problema e denunciarlo senza reticenze. E per capire qual è il problema, unico e solo, da sempre, partirò da un esempio. È recente la decisione della Regione Puglia di istituire le Aziende sanitarie locali provinciali, riducendo ulteriormente le già ridotte ASL. Grandi protesta da molte parti. A lume di naso per quello che costano i manager e per quello che rendevano, toglierne qualcuno di torno porta comunque ad un sicuro risparmio. E allora perché tutte queste grandi proteste? Basta vedere cosa ha fatto il manager della Ausl di San Severo, che potremmo sintetizzare, specialmente con le delibere dell’ultimo mese: Torremaggiore piglia tutto. Questo è il cuore del problema: ci sono degli interessi privati che orientano le scelte pubbliche. Nell’ordine ognuno pensa prima ai propri interessi, poi a quelli della sua famiglia, poi del clan e poi della fazione politica. Quindi chi conquista una fetta di potere va a rappresentare questi interessi. Se va la destra vanno avanti le famiglie di destra, gli uomini di destra, le aziende, i costruttori, gli ingegneri legati alla destra. Viceversa se va la sinistra. Sono giochini che sappiamo tutti. Fanno parte della nostra maniera di pensare, di comportarci, del nostro essere. Sono la base dei nostri valori culturali. Se ci pensate quello che sta succedendo in Iraq o in Somalia poggia sulla stessa base culturale: una lotta fra etnie diverse o fra clan diversi o fra confessioni diverse della stessa religione (sunniti contro sciiti, proprio come in Irlanda del Nord cattolici contro protestanti). Ma noi siamo più civili, abbiamo imparato le regole della democrazia e quindi anziché spararci applichiamo gli stessi principi con… civiltà. Le cose sono andate così dalla notte dei tempi. Oggi c’è di nuovo solo un piccolo particolare: che tutto questo va a diminuire la resa di un sistema. Se gran parte delle risorse si bruciano per interessi privati, a scapito della comunità o di parte di essa, questo ci rende poco o punto competitivi. Probabilmente tangentopoli nasceva anche dall’esigenza di presentarci in Europa lavando prima i panni sporchi. A che serve una moneta unica se poi nessuno viene ad investire in Italia perché tutti sanno che siamo un Paese protezionista? O voi conoscete qualcuno che viene a rischiare il suo capitale pur sapendo che le nostre leggi, che sia al governo la destra o la sinistra poco importa, sono solo a vantaggio del nostro sgangherato aparato produttivo? Chi rischia i propri soldi se per vincere gli appalti bisogna entrare in una catena di corruzione difficilmente accessibile agli stranieri. Tutti sappiamo come è andata a finire tangentopoli. Chiaramente denunciare il sistema delle tangenti e degli interessi privati non dà e non può dare risultati a breve termine, perché la cultura dominante è impregnata di certi valori. Ma voi fregatevene: non ha importanza se tutto quanto detto farà presa fra una o fra dieci generazioni. Se mai si parte mai si arriva. E non è vero che la soddisfazione arriva solo se poi con certe idee si condiziona il potere. O perlomeno non è più tanto vero: oggi con i mezzi attuali già mettere insieme tutti coloro che la pensano così e decidere di realizzare qualcosa insieme è potere. Perché i mezzi sono infiniti e solo chi li sa usare andrà avanti. Gli altri lavorano di traverso o addirittura contro la corrente.

25 gennaio 2007

La trasparenza butta giù l'audience

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Trasparenza: riceviamo il parere di un esperto.

“Le sedute consiliari sono di una noia mortale per questo le varie televisioni locali le snobbano. Pensate che il Senato ha il suo sito che trasmette in diretta le sedute e nella storia dell’audience televisiva non si ricorda che abbia mai inciso. Sarà per questo che ogni tanto fanno qualche rissa? Per avere visibilità?

Quindi la proposta di Damone va letta come un aiuto ad una televisione locale che essendo monopolistica si può permettere di ignorare gli indici d’ascolto.

Mentre il mezzo tecnologico adatto per trasmettere certe cose sarebbe internet, in quanto trattasi di ricezione attiva dello spettatore: chi vuol vedere i propri rappresentanti all'opera durante la seduta consiliare sa dove trovarla e se la può scaricare e, inoltre, se interessano solo degli spezzoni salta dove vuole (quindi fa da sé il montaggio). Se aggiungiamo che spesso i siti internet danno anche la possibilità di mandare messaggi ai personaggi politici o fare commenti, si chiude il cerchio” (sarà questa la blog-democrazia?).

16 gennaio 2007

Un problema di base: la trasparenza

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Pubblico di seguito, in ordine di tempo, tre messaggi che ho ricevuto sullo stesso tema: la trasparenza.
Il primo è un commento mandato da Antonio ad un post del 1° Novembre (Antonio in seguito aprirà un suo blog in collaborazione con Sanseveroinpiazza –Quartiere Villa Comunale- che potete vedere nei link a fianco) :

Idea!!!Perchè non farsi autorizzare per la installazione di una webcam che riprenda ogni seduta del Consiglio comunale? ...perchè no! anche registrarla e tenerla a disposizione sul sito.

In data 27 Novembre ricevevo la seguente e-mail dal consigliere comunale e regionale dr. Francesco Damone che riportava una sua interrogazione:

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Al Signor Sindaco
Alla Giunta Comunale
E, per conoscenza, agli organi di stampa - loro sedi


Oggetto: trasmissione delle sedute dei consigli comunali su Tele Radio San Severo.


Già alcuni mesi fa avevo sollecitato l’amministrazione comunale a raggiungere una intesa con l’unica emittente televisiva locale (Tele Radio San Severo) per la trasmissione delle sedute del consiglio comunale, previo accordo logistico ed economico.
Subito dopo il mio intervento l’argomento approdò in consiglio comunale, ma da allora nulla è stato fatto al proposito dalla giunta di centro sinistra.
Solo chiacchiere, i fatti ci dicono che le sedute non vengono ancora trasmesse ed irradiate nella nostra città e tutto ciò rappresenta sicuramente un danno per la nostra comunità.
La giunta di Santarelli approva in pochi istanti (e durante l’estate) dei provvedimenti con risvolti economici pesantissimi per la nostra comunità per poi lavarsi le mani e delegare al consiglio comunale l’approvazione di un accordo voluto da tutti, amministratori, consiglieri e cittadini.
Tele Radio San Severo è una emittente che ha sempre dato spazio a tutti i movimenti politici ed a tutti gli schieramenti, non vi sono mai state preclusioni e tutti hanno avuto la possibilità di parlare ai sanseveresi.
La mia personale esperienza mi conduce a sollecitare ancora una volta il Sindaco e la Giunta ad approvare celermente in Giunta Municipale una intesa con la emittente: solo poche settimane fa un convegno da me organizzato sulla sanità, ripreso integralmente dalla emittente, ha avuto un indice di ascolto elevatissimo ed ha permesso ad una larga fascia di cittadini di assistere ai lavori su un tema sensibile.
E ne ho avuto riscontri personali davvero notevoli.
A parte tutto sarebbe una bella iniziativa per rendere fruibile e visibile l’attività dell’assise comunale: davvero una casa di vetro!!!
Invito, pertanto, il Sindaco e gli Assessori ad attivarsi per un rapido e positivo affidamento del servizio alla sola emittente televisiva della nostra città che ha allargato anche al digitale terrestre la propria offerta televisiva nonché potenziato ulteriormente il segnale analogico.
San Severo, 24 novembre 2006 Il Consigliere Comunale
(Dr. Francesco Damone)


In data 15 Gennaio ho ricevuto quest’ultima comunicazione dal Movimento Altracittà:

Prima battaglia: la trasparenza.

Il primo obiettivo del Movimento sarà quello della trasparenza amministrativa, innanzitutto ottenendo le telecamere in Consiglio comunale e quindi le Delibere dirigenziali sul sito internet del Comune.A quanto pare un consigliere comunale sta chiedendo proprio le telecamere in Consiglio.E' chiaro che il Movimento non si limiterà a raggiungere lo scopo prefissato ma altresì a seguire le modalità con le quali tale scopo sarà raggiunto (gara ad evidenza pubblica e non affidamenti diretti o trattative private!!)Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, vi allego l'articolo che parla di questo argomento.

Come si può vedere soggetti diversi, con ruoli e obbiettivi diversi, hanno le stesse idee e, forse, non lo sanno. A me fa molto piacere farli incontrare, anche se virtualmente. L’argomento mi sembra importante e quindi voglio approfittare per dire che stiamo preparando un sito, che naturalmente si chiamerà “sanseveroinpiazza.net” (già registrato il dominio) e se vi va le registrazioni dei consigli comunali si possono pubblicare anche sul sito. E se seguiamo le indicazioni di Antonio, e le registrazioni sono su base volontaria (fatte anche con telecamere amatoriali o cellulari) potremmo realizzare il tutto a costo zero e, specialmente, gestirle senza interpellare, come al solito, i politici. Propongo specialmente agli amici di Altracittà se vogliono organizzare la cosa.

15 gennaio 2007

Primi passi del Progetto No Party

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Progetto No Party. Stanno arrivando idee per costituire degli obbiettivi comuni. Alcuni commenti sono privi di proposte o idee. Sarebbe molto utile se chi manda il commento dia indicazioni circa due argomenti
- qual è il motivo che vi ha fatto decidere di votare un partito alle scorse amministrative?
- quali sono i problemi che volete veder risolti dall’amministrazione comunale?

13 gennaio 2007

Ancora sulla centrale

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Anche la faccenda della Centrale sta rinfocolando il dibattito su Sanseveroinpiazza. Riporto alcuni commenti favorevoli alla centrale mentre la prossima volta porterò quelli contrari:
“ Passo spesso davanti alla sede dell’assessore Irmici e leggendo “San Severo non vuole la centrale” mi sento tradito: o io non faccio parte di San Severo o quella frase è bugiarda. Non che io voglia a tutti i costi la centrale, ma ritengo che l’argomento è stato molto strumentalizzato dai politici, di destra e di sinistra, per poter dare una valutazione obbiettiva. E non ritengo eticamente accettabile il discorso di lasciare i guai al… giardino del vicino. Come dice giustamente il commento dell’amico di Torremaggiore, pubblicato da voi, se danni ci sono non sono mica solo sull’area dove sorge la centrale. Probabilmente è un’altra occasione di sviluppo che stiamo perdendo”

“Non mi sembra corretta l’osservazione degli ecologisti che noi non abbiamo bisogno della centrale perché la Puglia già produce energia a sufficienza. Allora quelle poche industrie che ci sono –vino, agroalimentare, mobili, cucine- dovrebbero chiudere perché produciamo prodotti eccedenti il nostro fabbisogno?”

“Sono simpatizzante ecologista e ho alcuni amici militanti. Non sono contro la centrale per pregiudizio e ho notato che comunque su una cosa sono d’accordo pure loro: la centrale e turbogas è la meno inquinante in assoluto.”

“Famiglie giovani se ne vanno da San Severo perché non trovano lavoro e noi ci perdiamo un’occasione di questa?”

Dai commenti arrivati mi sembra di poter dire che non è del tutto vero che San Severo non vuole la centrale. Poiché il commento dell’amico di Torremaggiore, pubblicato nel post precedente, accennava alla possibilità di usare il canone della centrale per riparare i danni ambientali derivanti, voglio far notare che se cercate in questo blog troverete varie occasioni. C’è un post che affronta il problema dell’inquinamento derivante dagli scarti agricoli, che se ci organizziamo per riciclarli ne otterremmo altra energia e meno inquinamento. C’è l’idea di riciclare i rifiuti urbani in humus di lombrichi… Tutte idee con volontari già pronti, ci vorrebbe solo chi le finanzia.

10 gennaio 2007

Sulla centrale a turbogas

Riceviamo e immediatamente pubblichiamo

"Sono di Torremaggiore e vi scrivo riguardo al dibattito sulla centrale a turbogas.
Come tutti sanno quella stessa centrale doveva essere costruita in agro di Torremaggiore ma poi la società costruttrice decise per San Severo.
Ho dovuto occuparmi personalmente della faccenda, all’epoca, come tecnico.
Per quanto mi è dato sapere con il nostro Comune le trattative si ruppero allorquando l’allora Assessore Felice Piccolantonio chiese un canone troppo elevato alla Società costruttrice.
Destò molto disappunto da noi sapere che la centrale si sarebbe fatta in agro di San Severo e che San Severo non aveva sollevato il problema del canone.
Il disappunto arrivò ad un tale livello che ho sentito personalmente sostenere al suddetto Piccolantonio che si sarebbe steso lui di persona davanti alle ruspe per impedire la costruzione della centrale. A dire: se la centrale comunque veniva costruita in una zona relativamente vicina a Torremaggiore avremmo avuto ugualmente i possibili danni senza avere i soldi per riparare questi danni.

San Severo non discutendo il canone aveva giocato sporco: perché l’Amministrazione aveva accettato incondizionatamente la centrale? Non sto a discutere di cosa (o quanto) può aver spinto un’amministrazione a tirarsi addosso una questione che in tutta Italia si era dimostrata una bega enorme (ed un caso era a portata di mano, cioè Termoli).

Preferisco venire ai giorni nostri: mi sembra veramente assurdo la trappola in cui vi siete cacciati: se non si fa la centrale dovete pagare un risarcimento milionario mentre se, obtorto collo, si fa, allora dovete subire qualcosa che non avete voluto senza neanche risarcimenti adeguati per i danni ambientali. Ma tant'é: quelli sono professionisti e hanno saputo mettervi nell'angolino; uscirne non è facile!

Accettate un consiglio? Giocate anche voi sul canone!
Non ho letto l’accordo fra il Comune di San Severo e la (attuale) En Plus, comunque un canone deve essere riconosciuto per forza.
Noi avevamo messo nero su bianco che quei soldi andavano esclusivamente per opere pubbliche atte a migliorare la qualità di vita dei cittadini.
Voi potreste destinare il canone a mettere in pratica manovre di risanamento ambientale per riparare i danni della centrale. E ce ne sarebbero tante!"

07 gennaio 2007

Oltre i partiti?

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Poiché non ho tempo per moderare tutti i commenti arrivati riguardo all’iniziativa “No party” cercherò di farne un riassunto (includendo quelli di riunioni a cui sono stato invitato).
In generale possiamo dividere i commenti in due categorie: gli entusiasti che sono convinti che dobbiamo andare avanti e i pessimisti che sostengono che non serve a niente.
In genere sono entusiasti coloro che si sono tenuti sempre lontani dalla politica e, specialmente, dai partiti. I motivi per andare avanti:
- i politici pressoché tutti, di ogni partito, fanno innanzitutto i propri interessi o, al più, di determinati gruppi ma non badano mai all’interesse comune; questo ha portato ad un distacco del popolo dai partiti e dalla politica che potrebbe premiare il cosiddetto “voto di protesta”;
- come all’epoca di tangentopoli gli italiani hanno saputo ribellarsi, arrivando addirittura a cancellare i partiti di governo (qualcuno parla di “un regime durato il doppio di quello fascista”) così si può vedere se i tempi sono maturi per mischiare di nuovo le carte, ora che tangenti e corruzione hanno ripreso ad essere la colonna portante del sistema partitico.

Al contrario, chi pensa che mettersi in concorrenza con i partiti è tempo perso, sono spesso persone che già hanno avuto esperienze “alternative” ai partiti senza concludere molto. Ragionano così
- i partiti sono organizzazioni così potenti che è inutile tentare di contrastarli. Prova ne sarebbe tangentopoli che nonostante la bufera provocata ha portato ad un riciclaggio dei vecchi politici, magari con l’esclusione solo dei più compromessi;
- i politici sono professionisti nel rigirare la frittata, mentre noi siamo dilettanti: può confrontarsi il bancario che la domenica gioca a calcetto con un calciatore di serie “A”?
- il sistema portante dei partiti, finanziarsi attraverso il circolo vizioso “appalti-tangenti” è rimasto inalterato;
- mai fidarsi di coloro che criticano i partiti e si dicono pronti ad impegnarsi in vie nuove: spesso è gente che proprio perché non ha avuto il suo tornaconto cerca altre strade per arrivare ai propri scopi
- mai fidarsi di chi sa solo lamentarsi: anche se gli dai la possibilità di gestire qualcosa dimostrano che sono specialisti nella protesta, niente di più;
- ognuno è portato a sopravvalutare i propri meriti e a sottostimare quelli degli altri. In politica ciò si tradurrebbe nel fatto che seppure ci fosse un successo di forze nuove, ognuno poi accamperebbe meriti maggiori per occupare i posti a disposizione.

D’altra parte proprio in questo blog il 25 ottobre 2006 veniva pubblicata una lettera di un politico che lamentava che a lui vengono richieste raccomandazioni e posti di lavoro, senza che nessuno abbia la minima coscienza di quanto questo sia a scapito del mandato di lavorare per gli interessi della comunità e non per i propri o quelli di singoli cittadini.

Personalmente sono più d’accordo con le posizioni dei “pessimisti”. Qualche esperienza l’ho avuta e ho potuto toccare con mano la delusione derivante dal dare credito a gente che è brava a parlare ma non a fare.
Eppure nei commenti sono venute fuori idee, propositi ed energie tali che è difficile non illudersi che qualcosa può cambiare.
Per questo vorrei concludere con una proposta a tutti i sanseveresi e a tutte le molte forme di organizzazioni non partitiche: perché non dite la vostra?
Se ognuno dichiara pubblicamente (cioè su questo blog) come la pensa, che ruolo vorrebbe o potrebbe avere in una proposta alternativa, che impegno vorrebbe portare avanti, forse da cosa nasce cosa…
Da parte mia voglio continuare ad avere un ruolo di moderatore e quindi invito le ong a segnalarmi quando tengono le proprie riunioni: se posso parteciperò volentieri.
Da moderatore lancio dei temi di riflessione: se vogliamo trovare una strategia comune al di là dei soliti schemi (destra-centro-sinistra) dobbiamo innanzitutto trovare degli obbiettivi comuni (laddove strategia vuole significare la via più breve per raggiungere un obbiettivo).
Abbiamo tutti a cuore la sorte di San Severo? Siamo tutti d’accordo che il benessere è veicolo e tramite di valori di civiltà, democrazia, rispetto reciproco mentre la povertà può portare a conflitti e tensioni per dividersi quel poco che c’è? E quindi siamo tutti d’accordo che creare imprese che danno lavoro e non fanno danni ambientali può diventare un impegno comune?

22 dicembre 2006

Per chi vuole colpire la luna con un sasso...


Un commento pubblicato giorni fa è stato addirittura al centro di un “pubblico” dibattito per cui lo ripropongo nei post.

Non sono di San Severo e mi sono imbattuto nel vostro blog inseguendo Raimondo di Sangro (potenza dei motori di ricerca!).
Mi ha colpito il fatto che voi, in politica, state facendo cose che io ho fatto qualche tempo fa spendendo soldi e –specialmente- tempo, inutilmente.
Pure noi abbiamo cercato di organizzare tutti gli scontenti ma poi alle elezioni ci siamo trovati i soliti quattro gatti che da anni gridano al vento contro i partiti.
Vi dico solo: non vi lasciate trarre in inganno dal fatto che la gente tuona continuamente contro il governo e gli amministratori locali. E neanche da notizie come quella che leggo stamattina sul giornale: il Presidente della Repubblica sostiene che mai la gente è stata così lontana dalla politica e dai partiti.
Tutte queste sono posizioni gattopardesche: protestare sempre e contro tutto per non cambiare niente nella sostanza.

Se mettiamo da parte le frasi d’effetto e cerchiamo di analizzare le cose, direi che la gente è pronta a protestare ma quei lamenti non sono altro che una dichiarazione di impotenza: proprio perché non possono e non sanno fare nient’altro protestano.

Voi non concluderete niente perché il problema è proprio qua: un popolo che sa protestare non sa fare, proporre, discutere, risolvere.
Se invece di avere una mentalità solo critica ne avessero una fattiva, propositiva invece di protestare si darebbero da fare per realizzarle le cose.
Tanto si sa che se fai qualcosa di buono poi i politici ti vengono a cercare loro (quanto meno per proporti di finanziarli).
Quindi se voi volete schiodare queste persone dai partiti dovreste cambiare la cultura. E ciò è –notoriamente- un obbiettivo a lungo termine: vi dovreste avviare adesso e lavorare specialmente sui giovani per raccogliere qualche frutto… alla prossima generazione.

Devo ammettere che io sono rimasto colpito.
È chiaro che i partiti sono delle organizzazioni grandi e potenti.
Che i politici per arrivare devono superare il gradimento popolare, e questo è garanzia che almeno qualche capacità la debbano avere.
Come è altrettanto chiaro che chi è incline alla lamentela è colui che è incapace di risolvere i problemi.
Eppure questo sistema basato sui partiti non è particolarmente adatto a risolvere i problemi di società di una certa complessità.
Sentivo stamattina il ministro Rosy Bindi, a proposito del caso Welbi, ammettere candidamente “Il problema dell’eutanasia non rientra nel nostro programma e quindi non possiamo andare a discutere di un problema quando ne abbiamo già tanti”. Non capisce la ministro che nel compito del buon politico rientra (insomma, volgarmente: lei viene pagata per…) risolvere i problemi che si presentano. Non per attuare il programma. Io non penso che chi l’ha votata abbia letto il programma e si aspetti da lei i paraocchi su ogni altro problema.

Insomma il sistema presenta dei punti critici notevoli.
Andare al di là dei partiti significa anche evidenziarli e quindi porsi l’obbiettivo di correggerli. E questo lo dico anche all’amico che ha postato il commento.

20 dicembre 2006

No Party: fatti, non partiti


Continuano ad arrivare commenti, proposte, materiale di ogni tipo che stiamo cercando di organizzare in qualche maniera per esporlo nel blog, per non rendere troppo pesante il dibattito.


La cosa più interessante è che ci vengono segnalate anche iniziative similari già presenti sul territorio. Oggi ve ne riportiamo una denominata Altracittà di cui alleghiamo (nei commenti) il materiale che ci ha mandato Gianni Mazzeo.


Tutto questo offre grandi opportunità e, contemporaneamente, crea grossi problemi. L’opportunità è data dalla possibilità di coalizzarsi.

Il problema deriverebbe dal combattersi, mettersi in concorrenza, annullando reciprocamente gli sforzi (e continuando a fare il gioco dei partiti).


Allora il dibattito preliminare che possiamo fare è: possiamo trovare un minimo comun denominatore e un metodo comune per affrontare i problemi della città?

Propongo (e aspetto il parere di tutti): siamo d’accordo che l’attuale sistema, basato sui partiti, non riesce a risolvere i problemi della città (almeno a livello locale)?
Per non litigare su ogni iniziativa (e quindi non arrivare di nuovo a…destra e sinistra) basta confrontarci su problemi reali, proposte pratiche è non su chiacchiere, teorie, lamentele?
Auguri di buon Natale a tutti.

15 dicembre 2006

Un'impresa per gli anziani

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Riceviamo (alcuni giorni fa) e volentieri pubblichiamo

Vorrei portare a conoscenza dei cittadini di San Severo una iniziativa che stiamo portando avanti da circa un anno. Vogliamo costruire una casa di riposo per anziani con criteri molto diversi da quelli attuali. Infatti sarà costituita da miniappartamenti di circa 30 mq da due posti letto indipendenti. Questi appartamenti comunicano con una zona comune dotata di tutti i servizi possibili: dalla mensa al pranzo in camera, dal cinema al teatro, dalla sala ricreazione alla palestra, dalla sauna alla vasca idromassaggio fino al centro fittness. Gli appartamenti saranno in vendita al pubblico e quindi potranno essere acquistati da anziani o anche per investimento. Non vi è una retta, ma ogni residente pagherà secondo i servizi di cui usufruisce. Quando presentiamo questo progetto molti dicono che è faraonico e per offrire tutti quei servizi ci vuole tanto personale. Abbiamo fatto i conti: se oggi per un anziano ci vogliono una-due badanti, in questa maniera, aiutati anche da largo uso di tecnologia, si può arrivare ad un rapporto: una badante ogni tre anziani. Chiunque è interessato ad entrare nella Società (in via di costituzione) o a comprare un appartamento può contattarci tramite questo blog.

Quale futuro per San Severo?

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ho saputo che alcuni intellettuali di San Severo hanno formato un circolo “Liberal”. Non so se risponde al vero che l’iniziativa è finalizzata a presentarsi come candidati alle prossime elezioni.
Anni fa partecipai ad una esperienza simile: avevamo formato un circolo dal nome UPAD (Unione per l’Alternativa Democratica) e alla fine non ci presentammo neanche alle successive elezioni amministrative. Perché? È presto detto: a San Severo la stragrande maggioranza degli elettori è per il “partito preso”. Fedeli nei secoli, trattando la politica come i tifosi trattano le loro squadre (ma non è solo San Severo). In questa situazione chi si vuole presentare senza l’appoggio attivo dei partiti non ha molte chance. Nei partiti convergono professionisti della politica che con un occhio tengono a bada il nemico e con l’altro quelli del proprio partito per non farsi fregare l’elettorato. Un mio amico medico che anni fa si presentò come indipendente in un partito riportando un buon successo personale, successivamente aveva cercato di introdurre nel partito amici per avere più voce: fu bloccato persino l’ingresso degli amici. Se da queste esperienze prima ne traevo l’insegnamento di stare lontano dalla politica, oggi mi sto ricredendo: o guardi a destra o a sinistra non mi sembra che abbiamo consegnato San Severo nelle mani migliori. Per questo l’iniziativa di questi intellettuali mi sembra meritevole e voglio esprimere loro tutta la mia stima. E mi scusino se mi spingo addirittura a dar loro un consiglio. Se nei partiti non avete molto spazio perché i professionisti della politica vi mangiano, non vi resterebbe che fare una lista civica. Ma data la situazione che dicevamo, quali le prospettive?. Io dico che se già da ora perseguite l’obbiettivo di prendere le distanze dai partiti, già da ora presentate un programma chiaro, forse riuscirete a mettere insieme abbastanza forze perlomeno per poter fare una campagna elettorale alla pari. Specialmente se puntate sui giovani e sui delusi di entrambi gli schieramenti. Resto a disposizione (tramite questo blog).

02 dicembre 2006

Sanseveroinpiazza: un primo bilancio

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Questo blog è nato con uno scopo ben preciso: mettere a fuoco e cercare di risolvere i tanti problemi di San Severo.
Rispetto all’obbiettivo si può tirare un primo bilancio.
Anche se in maniera discontinua la partecipazione è stata soddisfacente, eppure c’è un aspetto che non sta ottenendo alcun risultato. Per capirlo dividiamo i commenti che arrivano in tre categorie:
1- quelli che esprimono un’idea o un giudizio, gran parte non vengono pubblicati perché non contengono una proposta.

2- Quelli che comunque avanzano una proposta ed in genere vengono pubblicati fra i post o i commenti. Ve ne sono alcuni fermi perché voglio raccogliere altro materiale prima di “lanciarli”.

3- Poi, per ultimo, ci sarebbe la categoria di coloro che scrivono per partecipare a qualche iniziativa che interessa.

Ebbene questa categoria è molto scarsa. E questo è il mio grande cruccio: tutto sommato le idee e le proposte non basta lanciarle ma per realizzarle occorrono le persone.
Eppure quelle iniziative oltre che sul blog esistono nella vita reale. E nella realtà hanno più successo che sul blog: ad es. “Assaggi…” è stata presentata a molte piccole e medie aziende. Nella realtà tutti entusiasti, specialmente chi non ha una rete di commercializzazione. Sul blog non è intervenuto nessuno.
Anche giovani disoccupati in cerca di lavoro che sembravano voler entrare come promotori.
Allora invito chiunque sia interessato a dare una prova tangibile del suo interesse, perché “Sanseveroinpiazza” ci dà la possibilità di contattare molta gente.
Se non siete interessati non ha senso lasciare un commento. Però potrebbe essere interessato qualche conoscente.
Vi saremmo molto grati se segnalate le iniziative che trovate interessanti ad amici che potrebbero partecipare.
Ci aspetteremmo molte adesioni almeno per iniziative utili per tutti, come la raccolta differenziata (Civiltà dell’immondizia), la raccolta degli scarti agricoli (Conviene raccogliere gli scarti agricoli?), tramandare le tradizioni di San Severo….

Mentre continuano ad arrivare commenti di protesta contro qualcosa che non va, specie sul traffico e sul parcheggio (dalla macchina rimossa perché costretto a parcheggiare davanti a un passo carrabile, ad un elenco di bestemmie all’indirizzo di chi ha fatto il piano traffico, “registrati” mentre era in coda…).
A questo punto è d’obbligo specificare perché propongo di mettere da parte le polemiche.
Io non ho niente contro il dibattito o le dispute teoriche che possono aiutare a risolvere determinati problemi.
Però ho notato che spesso anziché arrivare a risolvere i problemi, ci si ferma alla disputa.
Come dire che la disputa anziché servire a rimuovere gli ostacoli li crea.
Allora vorrei invertire i termini: le dispute si accettano sui fatti.
Es.: se prima di arrivare ad Assaggi di San Severo parlavamo della necessità di fare un Consorzio fra i produttori agroalimentari di San Severo, sicuramente non saremmo arrivati mai a fare la campagna di Irlanda, prendere contatti con la Cina e progettare il sito internet per la vendita ai sanseveresi fuori San Severo.
Non è che abbiamo completato il programma e non è che è nato il consorzio, però a piccoli passi stiamo andando avanti.

26 novembre 2006

Ce la possiamo fare?

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Altro commento ricevuto da sanseverese-fuori.

Scrivo dall’estero e vorrei dire la mia sui problemi di San Severo.
Penso di farlo con obbiettività, perché dove sto mi trovo bene e penso di non tornare più a San Severo (devo confessare che quelle poche volte che vengo ho un’angoscia…). Sarò schematico:

- mezzo vuoto: non siamo stati capaci di approfittare del treno dell’industrializzazione.
Mancava la cultura, la mentalità imprenditoriale e le infrastrutture.
Giusto qualche industria di cucine e mobili, poco agroalimentare e pochissimo altro.
Oggi che S. Severo fa vini e olio di una certa qualità non può reggere la concorrenza perché non hanno investito sui marchi, si sono presentati allo sbaraglio sui mercati, senza strategie, sprecando l’esperienza accumulata. Vogliamo aggiungere che molti con indubbie qualità se ne sono dovuti andare per sfondare?

- mezzo pieno: oggi possiamo dire che l’ambiente tecnologico offre pari opportunità a gran parte dell’umanità.
Le grosse compagnie legate ad Internet sono nate negli USA ma gli italiani smanettano coi computer come gli americani.
Io sto a New York e New York per me rappresentava il sogno proibito. Tutto quello che per me era New York oggi non è più a New York, è in Internet. In questo senso è in tutto il mondo.
In Cina o in Nepal o a S. Severo pari dignità davanti alle opportunità. Ma anche in questo contesto la differenza la fa il fattore culturale.

Il bicchiere lo puoi vedere mezzo pieno o mezzo vuoto ad una condizione: che fino a metà ci deve stare qualcosa. Ma se è proprio vuoto c’è poco da discutere.

L'agricoltura è... alla frutta?

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Riceviamo fra le proposte e non pubblichiamo volentieri ma solo per mantenere il patto con i partecipanti a questo blog (comunque non ce ne voglia l'autore se abbiamo dovuto tagliare e riassumere):

San Severo ha basato sempre la sua economia sull’agricoltura.
Io sono di famiglia di agricoltori ma faccio un altro lavoro (stipendiato). Per mia fortuna, perché il settore agricolo è in una crisi che definirei più buia della notte.
Allora voglio fare due proposte per cercare di rianimare il moribondo.

Premetto che nonostante possono sembrare due barzellette sono proposte serie e meditate e mi ritengo soddisfatto se su di esse si apre un dibattito.

1° proposta. Con la nuova legge sulla prostituzione perché non fare delle campagne sanseveresi delle case chiuse? Accenno i tanti vantaggi derivanti: l’economia agricola, togliere lo sconcio dalle strade, maggiore igiene, si pagano le tasse, si potrebbe dare un colpo alla malavita organizzata…. Mi hanno detto che in Spagna funziona anche così!

2° proposta. Perché non battersi per la legalizzazione della coltivazione della mariuana? Anche per questa proposta non voglio fare commenti, ma dirò soltanto che -so da amici- la canapa nel nostro ecoambiente viene di ottima qualità. Per gli agricoltori benpensanti: conosco gente che non fuma neanche tabacco e non fa uso di droghe e per anni ha fumato “maria”. E sta in buona salute.

Per chi ha bisogno di assistenza

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Vi scrivo dall’estero e innanzitutto voglio congratularmi per il blog.
A migliaia di Km.di distanza simili iniziative danno qualche speranza.
Sono andato via da San Severo da alcuni anni e qui faccio l’imprenditore agricolo.
Ho preso questa decisione notando che vendendo le terre che avevo a San Severo, qui riuscivo a comprarne dieci volte tanto e per lavorarle qui la manodopera costa molto meno.

La nazione dove sto è in pieno fermento e vedi cantieri dappertutto e questo mi ricorda un po’ gli anni sessanta italiani.
Poco tempo fa mi ha colpito un fatto che definirei “epocale”: una signora che io avevo mandato a fare la badante a San Severo è tornata perché la figlia le ha trovato un lavoro qui quasi allo stesso prezzo che prendeva a San Severo (togliendo le spese che aveva in Italia, nonché i viaggi periodici ecc…).

Io so che la popolazione anziana di San Severo e dell’Italia ha molto bisogno di badanti e se la tendenza va avanti non so come andrà a finire.
(ricevuto qualche giorno fa fra i commenti).

19 novembre 2006

Civiltà dell'immondizia 2

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Devo sottolineare un risultato importante che si è avuto oggi con San Severo in piazza: per la prima volta un’idea partita da Asse, quella di regalare dei lombrichi a chi si vuole impegnare ad allevarli (v. “Civiltà dell’immondizia: quale soluzione?”), è stata sviluppata da un altro sanseverese che propone come la realizzerebbe.
Questo blog è nato proprio –e solo- per realizzare idee pratiche, senza perderci in chiacchiere. Fin dall’inizio ho perseguito questo scopo: arrivare al punto in cui le iniziative sarebbero andate avanti “da sole”.
Sono d’accordo con “mi faccio vivo io” di lanciare un appello per reclutare le persone interessate all’iniziativa. Se sono timide e non si offrono spontaneamente potremo organizzare un evento o comunque impegnarci a contattare le organizzazioni più sensibili al tema.
Comunque per chi si vuole offrire volontario lasciasse i dati per contattarlo.

Continuano ad arrivare commenti sul degrado di San Severo e anche del tipo “Stavamo meglio prima…”.

Ho una certa repulsione a parlare di cose non misurabili o dimostrabili.
Io non so se stavamo meglio con la passata amministrazione o se stavano meglio i nostri genitori o se è vero che continuando così i nostri figli hanno davanti un futuro nero.
Le cose non sono proprio così nette da dividere e anche quanto si possono misurare o tradurre in numeri i nostri cari politici si incaricano di far leggere quei numeri da punti di vista opposti. Figuriamoci quando una affermazione si basa solo su impressioni.
Per di più impressioni che affondano nel passato, quindi su cose non più valutabili. Probabilmente chi critica dovrebbe essere condannato: tu critichi la polizia = condannato a fare il poliziotto per un mese; critichi i giudici -> farai il giudice per un anno.
C’è finanche chi critica il Padreterno: Signore, perché non gli fai prendere per un po’ il Tuo posto, vediamo se ci riesce lui a mettere d’accordo qualche miliardo di teste polemiche e lamentose.

12 novembre 2006

Assaggi di SanSevero:le notizie sul mercato irlandese ravvivano il dibattito

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Oggi leggo due importanti commenti: uno è dell’agente in Irlanda e l’altro di un piccolo-medio imprenditore arrabbiato.
Ringrazio entrambi, comunque voglio cominciare da una e-mail privata che mi ha mandato il rappresentante di Assaggi, da Dublino, che riassumo:
“La situazione per i vini italiani è critica.
Qui sono presenti quasi dappertutto i vini californiani, australiani, sudafricani e argentini.
I californiani spesso si trovano in offerta.
Vini italiani e francesi vengono visti come prodotti cari e confinati (forse) in negozi specializzati. Domande più approfondite rivelano che gli irlandesi non ne capiscono molto di vino”.
Direi che un simile mercato è difficile: occorrerebbero massicci investimenti in advertising per informare sui vini italiani e…affinare i gusti. O perlomeno usare le stesse armi (leggi prezzi) della concorrenza. Lo possiamo fare?

Vengo a rispondere a Francesco.
Hai ragione su tutto e chiedo scusa: ho già detto che l’Agente, proveniente da Cesena, si è dovuto fermare a San Severo pochi giorni e non abbiamo potuto vedere tutti.
Ti sento già ribattere: allora potevate cominciare dai piccoli e poi, se rimaneva tempo, andavate dai grandi. È giusto per chi si è dichiarato vostro paladino.
Eppure io penso che ugualmente noi abbiamo lavorato anche per voi.
Fa fede la e-mail che ho appena riportato: se vogliamo presentarci alla fiera dobbiamo costruirci un certo potere contrattuale.
Per penetrare in un mercato che finora si presenta ostile.
Spero ancora nella tua adesione: non ci abbandonare e non ti abbandoneremo.

Stiamo ricevendo un po’ di materiale da aziende piccole e medie, ma è in gran parte inutilizzabile. Le notizie indispensabili sono: il nome della ditta e/o del proprietario e la ragione sociale; il listino completo con i prezzi al dettaglio (se avete un depliant fatecelo sapere); se siete disposti a spedire una campionatura in Irlanda; se sareste disposti ad entrare in un eventuale consorzio.

09 novembre 2006

Finto successo di Assaggi di San Severo

Nonostante l’agente di Assaggi di San Severo abbia avuto il mandato di rappresentanza da alcune fra le maggiori aziende di San Severo io non ritengo che le cose si stiano mettendo bene. Avere il mandato per vendere non impegna più di tanto le parti in causa.

L’Azienda dice “Se ci riesce tanto meglio per noi e per lui, se non ci riesce non abbiamo perso niente”.
Quello che più colpisce è la presa di distanza di tutte le ditte dall’ipotesi di unirsi in un consorzio: tutti ci hanno consigliato di lasciar perdere perché ci sono stati tanti tentativi e non sono approdati mai a niente.
“Perdete tempo e ci volete far perdere tempo. Se vi riesce di vendere i prodotti di San Severo fate una bella società di commercializzazione e noi saremo contenti di affidarvi i nostri prodotti”.
Penso che questa strada sarebbe comunque più facile, più collaudata e con meno incognite. E risponderebbe meglio alla cultura dell’imprenditore di San Severo: se tutti si guardano in cagnesco e si vedono solo come concorrenti, è pazzesco remare controcorrente.

Ciononostante io resto dell’idea che un consorzio fra tutte le aziende di San Severo offre molto di più.
Credo che le cantine sono abituate a vedersi solo come concorrenti perché in una logica a corto raggio, cioè in mercati ristretti, bisogna fare a gara per togliere il cliente all’altro.
Ma lo stesso vale anche in un ottica di mercato globale? O se lo scenario si allarga cambiano le regole?
Io non riuscirò mai a dimostrare che se vogliamo andare a vendere in Irlanda o in Cina diventa strategico il potere contrattuale. E una cosa è uno che si presenta a nome di una azienda che fattura poche centinaia di migliaia di euro e tutt’altra è presentarsi per un consorzio che fattura milioni.

Potrei aggiungere tanti altri vantaggi, dalle economie di scala per la logistica e le promozioni, alle possibili strategie di marketing fino ad arrivare ai maggiori finanziamenti pubblici per iniziative di distretto.
Senza toccare le corde emotive -la triste situazione che vive San Severo e l’Italia e che se non ci svegliamo siamo destinati ad una rapida decadenza-.


Allora voglio concludere come è nello stile di SanSeveroinPiazza con una proposta: certo non possiamo fare i Donchisciotte della situazione e combattere contro una cultura radicata e dominante. E d’altra parte stando così le cose a noi conviene andare verso una società di commercializzazione e non verso il consorzio.
Noi per adesso continuiamo nel nostro programma, quindi stiamo per aprire il sito internet di Assaggi e il locale in Centro. E ci prendiamo un anno sabbatico di riflessione durante il quale cominciamo la collaborazione. Se si raggiungono certi obbiettivi di vendita allora riproporremo il discorso del consorzio fra un anno.

(Resta valido l’appello a tutte le ditte di San Severo a contattarci entro novembre in quanto l’agente di Assaggi sarà in Irlanda fino a fine mese).

08 novembre 2006

Grande successo dell’iniziativa Assaggi di San Severo!

Sono il curatore di Assaggi di San Severo.
Per chi non ha seguito le puntate precedenti riassumo: Assaggi è una proposta portata avanti dall’Asse (Alleanze Strategiche e Sinergie Espansive, praticamente una incubatrice di idee). Io sono stato incaricato dall’Asse di cominciare le consultazioni fra i soggetti interessati (tutte le aziende di San Severo) per realizzare il progetto.

Abbiamo individuato un mercato nel quale i prodotti di San Severo sono poco o nulla presenti e, contemporaneamente, abbia una certa ricettività per il “nostro” segmento merceologico (soprattutto vino). Fra alcune opzioni abbiamo deciso per la Repubblica d’Irlanda.

Ieri è partito l’agente di Assaggi con un mandato innanzitutto esplorativo e, in subordine, può anche vendere i prodotti delle ditte che hanno aderito (cito a memoria, quindi non si offenda nessuno per l’ordine: Cantine Teanum, l’Antica Cantina, Terre Federiciane, d’Araprì, Torretta Zamarra; potrei aggiungere Tenuta Coppadoro, ma purtroppo il contatto con alcuni dirigenti non è stato “perfezionato” dall’accordo con l’Amministratore in quanto momentaneamente assente).

Abbiamo avuto tempi molto ristretti: l’agente, proveniente da Cesena, si è fermato pochi giorni a San Severo. Non ci è stato possibile contattare neanche alcune ditte con cui già avevo parlato personalmente e si erano dette d’accordo ad aderire.
Ma nulla di perso. L’agente starà in Irlanda per tutto il mese di novembre per cui chi è interessato può contattarci tramite questo blog (e non intendo solo ditte di vini).

Appena ho tempo stilerò una relazione su tutte le problematiche venute fuori in questa prima tornata di contatti. Voglio solo anticipare che quel “grande successo dell’iniziativa Assaggi di …” è falso (l’ho scritto io, ma è solo un urlo…per attirare l’attenzione). In realtà è un finto successo e vi dirò il perché prossimamente.


05 novembre 2006

Regola di SanSeveroinPiazza

X Edison (e tutti) da Asse

Grazie per l’interessante commento.

Proprio in questi giorni stanno arrivando molte osservazioni sul degrado di San Severo, specialmente riguardo il traffico.
Vorrei ricordare a tutti che la regola generale di questo blog è: mai polemiche o lagne se non segue una proposta concreta.
Anche per dargli una ragione di esistere, perché di blog dove postare solo proteste e polemiche su San Severo ce ne sono tanti, direi troppi. Per questo noi cancelliamo sempre i tanti commenti contenenti solo lamentele.
La logica è: se tu sapresti fare di meglio dimostralo con una proposta valida.
Come potete vedere nel blog di proposte all’amministrazione comunale ce ne sono (forse sono quelle più frequenti).
Addirittura a volte partono per l’amministrazione e poi qualcuno propone di muoverci in piena indipendenza per non perdere tempo.
Vedi la proposta del sanseverese che ha un allevamento di lombrichi che vuole dare all’amministrazione se questa mette a disposizione un terreno; il commento successivo dice che è disposto ad investirci sopra, cioè se non si muovono i politici –che comunque anche quando si muovono sono tempi molto lunghi- si muovono i cittadini.
Io proporrei ai cittadini di San Severo che quando possiamo fare a meno evitiamo di coinvolgere l’amministrazione. Impariamo a fare da soli, ci conviene: rivolgersi all’amministrazione, spesso, è una maniera per non fare niente. E questo lo dico nella convinzione che se poi il politico ha un minimo di “istinto di sopravvivenza” dovrebbe essere sufficientemente intelligente da sposare le cause giuste.

Un altro concetto mi sembra importante: anche quanto il politico è “interessato” a portare avanti certi progetti per tornaconto o per accontentare amici e supporter, non può ignorare le iniziative dei cittadini.
Ad es. su questo blog c’è una (a mio parere) interessantissima proposta di fare il “parco dei quartieri”.
È chiaro che dove ci sono interessi per un milione di euro (per ora, ma sono cifre destinate a lievitare, anche perché dopo la realizzazione segue la gestione) i politici vogliono gestire in piena autonomia la cosa.
Infatti abbiamo assistito alla solita scena che ogni amministrazione ha presentato progetti diversi, ignorando e, spesso, peggiorando i progetti precedenti (con notevole spreco di denaro pubblico).
Il cittadino a questo punto sospetta che sono sempre giochi per accontentare la propria fazione.
Per il parco i giochi sono già conclusi. Quindi non avrebbe nessun senso fare proposte che si sa che non possono essere attuate.
Eppure Sanseveroinpiazza la proposta l’ha pubblicata lo stesso.
Saremo degli ingenui ma noi continuiamo a pensare che se la proposta viene supportata (fattivamente: "noi ci stiamo lavorando e abbiamo prodotto...") da una larga rappresentanza cittadina, ai politici (sempre se hanno il famoso istinto di sopravvivenza) conviene rivedere il progetto. Anche se è in avanzato stato di realizzazione (in questo caso la lentezze dei politici e della burocrazia potrebbe giocare a nostro favore).

Come dire: se chiediamo ai politici di fare il loro dovere, noi facciamo il nostro dovere di cittadini.
Cioè sempre parlando da povero ingenuo illuso: se la cittadinanza si mostra attenta, partecipe, cosciente e matura allora i politici devono rispondere con altrettante professionalità politica.
Se noi riusciamo a mandare il messaggio “noi cittadini siamo ad un grado di coscienza sociale da riuscire a privilegiare l’interesse della città rispetto al personale” i politici non possono continuare a rispondere privilegiando interessi di gruppi o di famiglie.
Ma tutto deve essere supportato da fatti e prove, non come tanti personaggi e gruppi di San Severo, sempre pronti a polemizzare e mai a fare (non sarà che le polemiche e le proteste sono direttamente proporzionali al senso di impotenza? Io, anche con l'esperienza che sto vivendo con questo blog, non mi sento impotente: se ci organizziamo noi siamo potenti e possiamo...)

(mi scuso per la lunghezza del post ma oggi non ho tempo per rivederlo)